Cosa c’entrano le patate con lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030? Sono perfette per dimostrare quanto siano assurde le posizioni eco-radicali di ONU ed UE.

LE PATATE E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Stamattina ho zappato le patate
Non mi vergogno certamente a dire che sono cresciuto in una fattoria per poi passare – dopo l’ingegneria – all’industria. In effetti, considero queste esperienze fondamentali ed un enorme vantaggio sulla concorrenza.
Posso dire di sapere cosa:
- Vuole dire il lavoro manuale
- Significa lavorare per lunghe ore in condizioni disagevoli
- Sia l’abnegazione
- Significa sapere che un evento imprevisto puo’ distruggere tutto il tuo lavoro in pochi minuti
- Quanto sia importante avere tutti gli attrezzi e le macchine perfettamente funzionanti
- Significhi conoscere i tuoi strumenti – di qualunque tipo siano – e saperli usare.
Comprendo perfettamente perche’ gli operai – ma non solo – non considerino le loro macchine solo delle macchine, ma un qualcosa di importante.
D’altra parte, non capisco quelli che dicono che sono pronti a sporcarsi le mani, quando manco sanno cosa significhi nella pratica.

Quelli dell’Agenda 2030: mangiano le patate, ma non zappano
Penso che le mie esperienze di vita rendano evidente quanto importante sia per me la cura dell’ambiente.
D’altronde, non comprendo gli eco-radicali ed i decisori politici ed economici che si improvvisano paladini dell’ambiente – anzi, del mondo tutto.
Insomma, spesso lorsignori la zappa l’hanno vista solo in fotografia. Se anche l’hanno adoperata qualche volta nell’orto, la loro vita e’ stata normalmente trascorsa ben lontana da fabbriche e fattorie.
Pero’, ora lorsignori sono diventati i geni dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. E giu’ di parole altisonanti come Agenda 2030, European Green Deal, ecc.
Per inciso, la stessa cosa vale per miriadi di consulenti, che magari dicono che sono pronti a sporcarsi le mani.

I paladini dello sviluppo sostenibile
Gli eco-radicali che fanno tanto casino?
Se a 16 anni mi fossi messo a fare casino in piazza invece di andare a scuola, mio padre mi avrebbe mandato a zappare finche’ mi fossero passati i grilli per la testa.
E diciamolo: Greta Thunberg e’ cresciuta nella bambagia. Non e’ la sola, tra i paladini della biodiversita’, dello sviluppo sostenibile, ecc.
Cio’ che mi lascia perplesso e’ che lorsignori – e lorsignore – se ne vengono fuori all’improvviso dicendo che il mondo sta bruciando e che solo loro hanno la soluzione. E chiunque dica anche solo bah, ruba loro il futuro.

E con chi se la prendono i paladini della sostenibilita’?
Ecco qua, in ordine di “dannosita’”:
- Allevamento, in particolare se produce carne
- Agricoltura, soprattutto quella tradizionale – la stessa che sfama lorsignori che guai a toccare una zappa
- Industria tradizionale
- Chi usa – magari da millenni – l’acqua per rifornire lorsignori di cibo e beni.

E guai ad obiettare, perche’ lorsignori hanno sempre ragione
Hanno:
- Sostituito il consenso – roba da medioevo – al metodo scientifico, ma loro hanno sempre ragione. E per forza, se la danno tra di loro!
- Creato le mitiche categorie degli scienziati e degli esperti, trasformato tali categorie in dei.
Per inciso, chi e’ uno scienziato? Chi e’ un esperto?
In particolare per la seconda categoria, lorsignori ed i media decidono chi e’ un esperto. Magari voi siete piu’ scienziati ed esperti di chiunque, ma siete contro il mainstream – ed allora diventate negazionisti o perfino cospirazionisti.
Pensate al Coronavirus:
- Chiunque sia virologo e’ diventato dio in terra su epidemie e la gestione di emergenze. E ci mancherebbe altro, e’ scienziato ed esperto, ma scherziamo?
- Chi solleva dubbi sulla narrativa ufficiale e’ un terrapiattista che sparge fake news.

NON SOLO AGENDA 2030: ANCHE QUELLI DELL’UNIONE EUROPEA MANGIANO LE PATATE
Le patate e la sostenibilita’
Penso di sapere qualcosa sulla sostenibilita’. Intendo quella vera, non la parodia che va di moda ora.
Ma cosa significa sostenibile?
Dopotutto, se una fattoria non e’ sostenibile – sotto tutti i punti di vista – non produce e chiude. Chiedete alle centinaia di generazioni che hanno “codificato” cosa, come e quando seminare – e come curare il seminato ed i raccolti.
Un’azienda industriale? Credo che chi ne sa qualcosa, sappia molto bene che ogni sera si pone questo interrogativo. Per inciso, i vincoli ambientali sono cosi’ stretti – ma normalmente solo in Occidente – che le spese relative sono molto ingenti.
Insomma, se domani mi metto a trattare le patate con un pesticida, non solo rischio di ucciderle, ma avveleno me stesso quando le mangio. E cosi’ zappo. Piu’ sostenibile di cosi’!
Eppure, lorsignori eco-radicali – che non zappano – se ne vanno a fare casino in piazza e sui media perche’ … bisogna cambiare tutto.
Ma proprio tutto, incluso il mondo – per non parlare dei discorsi di giustizia sociale globale. Cosa c’entri tutto cio’, non dico con le mie patate, ma con le aziende in generale, proprio non lo so.

Sviluppo sostenibile andove?
Lorsignori hanno deciso che le aziende tradizionali non sono sostenibili – leggi: sono di troppo.
Vorrei ben sapere quanti di lorsignori hanno esperienza pratica di lavoro in una fabbrica od in una fattoria. Visto il “macello” che i decisori e scienziati/esperti stanno facendo con la gestione della pandemia Covid-19, temo ben pochi.
Ma in fondo, a lorsignori che gliene importa? Le aziende mica sono sostenibili.

Le patate e le aziende
Stranamente, il sacro fuoco dello sviluppo sostenibile si ferma all’Europa, al massimo agli Stati Uniti.
Proprio dall’America sono giunte le patate, che hanno salvato dalla fame milioni di europei. E forse li salveranno ancora, a breve.
Vedete che non coltivo patate solo perche’ mi piacciono tanto? Da buon emergency manager, curo i beni primari. Ah, occhio che se qualcuno prova a fregarmi le patate prendo la zappa, eh!
E le aziende non agricole?
Per un’impresa, le patate sono i beni primari.

Mi spiego meglio con un esempio
Cosa produce un’azienda meccanica?
Grazie alle macchine – utensili o meno – produce pezzi meccanici che vengono utilizzati da altre aziende, nell’automotive, nell’agricoltura, nelle infrastrutture e nei trasporti, ecc.
Bene, adesso sappiamo a cosa corrispondono la zappa e le patate.
Sappiamo fin troppo bene cosa sta accadendo grazie al Coronavirus, che molti ecologisti radicali – cosiddetti scienziati inclusi – molto filosoficamente imputano alla mancanza di biodiversita’.

Imagine – Sviluppo sostenibile in action
Ora, immaginate cosa accadra’ alla nostra azienda meccanica dopo l’epidemia Covid-19, grazie al cosiddetto sviluppo sostenibile, all’Agenda 2030 dell’ONU ed al Green Deal Europeo:
- Una riduzione drastica delle richieste per l’automotive ed i trasporti. Questa e’ la traduzione di mobilita’ sostenibile
- Il crollo pressoche’ totale dell’enorme indotto dell’agricoltura. Allevamento ed agricoltura sono stati individuati come i principali “colpevoli”, ricordate? Oltre che produttori di carne – anatema!
- In un mondo eco-sostenibile, le infrastrutture sono spesso di troppo. Diamine, negli USA demoliscono perfino ogni traccia di infrastrutture nelle no-go areas ambientali! Per inciso, negli States le aree tolte all’uso umano sono veramente enormi
- Per quanto riguarda i prodotti per altre aziende (sub-fornitura), penso che un tessuto produttivo basato principalmente sulle PMI sappia bene cosa accadra’.
Detto cio’, e’ ovvio che l’imprenditore si terra’ le vecchie zappe, non investira’ ecc:
- I fornitori di zappe – macchine – se la vedranno dura
- Lui lavorera’ con macchine vecchie e superate.
Bello lo sviluppo sostenibile, nevvero?

CONCLUSIONI?
Guai a chi tocca le mie patate. Guardate che la zappa la so usare fin da bambino, eh!
E l’imprenditore? Che dice?
Lascera’ che:
-
Il suo orto sia distrutto dalle orde della sostenibilita’?
-
La sua famiglia non sia piu’ sostenibile?
-
Le famiglie dei suoi dipendenti non abbiano piu’ da mangiare?
Io dico che finche’ abbiamo le zappe, dobbiamo zappare.

E DOPO LE PATATE …
A Dave piace molto l’umorismo e fare fine ironia.
Non segue il mainstream, ma il buonsenso. Ritiene inoltra che sia in atto un grave torto verso il tessuto produttivo e la societa’.
Siccome e’ molto pratico, ha messo a punto il Progetto Fenice: un progettino per affrontare la minaccia alle aziende del cosiddetto sviluppo sostenibile.
Fenice e’ gia’ operativo in Italia, ma opera a livello europeo ed americano. E’ un progettino, appunto, che agisce la’ dove e’ necessario agire – se la minaccia e’ a livello europeo od oltre, un progetto serio deve agire allo stesso livello.
Se ti interessa approfondire, od anche solo contattare Dave, puoi farlo tramite la pagina di contatto.